I morti delle Marche, come i morti della Marmolada, non sono i morti per il cambiamento climatico.

Sono un decimo di milionesimo, dei morti per il cambiamento climatico. Sono quelli più spettacolari, più clamorosi.

Fossero solo questi, ci metteremmo tutti la firma, diciamoci la verità.

A trenta/quaranta persone l’anno in Italia, qualche migliaio nel mondo, toccherà di morire per eventi estremi, di qui ai prossimi decenni.

E sai che gran paura…più o meno è la stessa probabilità di morire per la puntura di un calabrone, o per l’aggressione di un ippopotamo (dato vero: gli ippopotami fanno molti morti, sono animali assai aggressivi, credo diverse centinaia nel mondo ogni anno).

No, non ce la caviamo così.

Alla crisi climatica dobbiamo direttamente o indirettamente l’80% delle migrazioni dal sud del mondo.

Dobbiamo la stagnazione secolare e la crisi irreversibile dell’economia mondiale dal 2008.

Dobbiamo l’incremento dei prezzi dei beni alimentari dovuti ai danni all’agricoltura di siccità e ondate di calore.

Al sistema del petrolio dobbiamo alcune decine di milioni di nuovi cancri ogni anno, più gli ictus, gli infarti, le asme, causate dai particolati emessi dai motori a benzina e diesel e dalle caldaie.

Dobbiamo loro le guerre, tra cui l’ultima tra Russia e Ucraina, una guerra per le risorse fossili, come quasi tutte.

E quindi le speculazioni, le bollette alte, l’incremento di spese militari.

Questo dobbiamo al sistema fossile. Non solo i morti delle Marche, pace alle loro povere anime.

Però magari questi poveri innocenti, non saranno morti invano, se la loro morte più clamorosa, più tristemente spettacolare, di tante altre, servirà a svegliarci, una buona volta; a farci capire che abbiamo bisogno della svolta dell’energia rinnovabile, subito, in questo Paese. Perché non c’è un’altra via, per uscire dall’economia criminale del petrolio, che riempire i nostri tetti di pannelli solari.

Tutti i tetti, non solo le periferie, le zone industriali, le autostrade, le aree ferroviarie, le scuole, gli ospedali. Quei tetti, e anche i tetti dei centri storici. Abbiamo bisogno di tutto, senza auto-praticarci sconti: senza raccontare e raccontarci che basta quello, che lì no, lì nemmeno, lì non mi piace.

Anche i campi agricoli, abbiamo bisogno di riempire, di pannelli solari, sissignori: col sistema dell’agrivoltaico, che non cementifica un centimetro di suolo, non sottrae niente all’agricoltura, anzi l’aiuta, ne aumenta la produttività, diminuendo l’impatto eccessivo del calore, impedendo un’eccessiva traspirazione e quindi riducendo l’uso dell’acqua.

E abbiamo bisogno dei giganti buoni, le torri eoliche, di centocinquanta metri, sui nostri crinali. Giganti buoni che non deturpano, non ammazzano uccelli, non scempiano.

Non rovinano il Mugello, non “aggrediscono” né “colonizzano” la Sardegna né la Sicilia.

Abbiamo bisogno di coibentare tutti i nostri edifici, di sviluppare geotermia pulita e biometano, di passare alla mobilità elettrica (elettrica, e pubblica, gratuita e finanziata dalla fiscalità generale).

Dobbiamo accettare il “sacrificio” di avere città silenziose, senza polveri sottili, di prendere meno tumori, di pagare bollette zero, anzi guadagnare rivendendo l’energia allo stato, di creare posti di lavoro a decine di migliaia: che sacrificio, eh.

E nemmeno li vogliamo, tutti questi vantaggi, nemmeno ci crediamo, perché i padroni del fossile e i loro servitori consapevoli e inconsapevoli, sono riusciti a convincerci che è meglio così come è ora, con le guerre, i tumori, i disastri, in attesa, magari, della magia del nucleare pulito (che non arriverà mai, come il Ponte di Messina).

Facciamo la rivoluzione rinnovabile concittadini, chiediamola, pretendiamola.

E’ quello che ci serve, e se la pretendiamo, dovranno darcela.

Noi ci siamo organizzati, nell’associazione CITTADINI PER L’ITALIA RINNOVABILE .

E insieme a venti grandi associazioni nazionali, chiederemo, Domenica prossima, 18 Settembre, risposte chiare a chi si candida per il Parlamento ed il Governo.

Seguiteci, sosteneteci!

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Settembre 2022

Autore:

Mauro Romanelli – Presidente di Ecolobby, si occupa di ecologismo in politica da sempre.