Un fantastico grafico Sankey, annata 2019.
Diciamolo subito, non è farina del nostro sacco: è stato realizzato dall’ing. Sorokin ed è sulla rivista QualEnergia.it. Spiega il panorama energetico italiano e cosa si dovrebbe fare per la transizione energetica e la decarbonizzazione meglio di mille parole.
Nell’articolo su QualEnergia.it viene spiegato in modo esaustivo.
Qui noi vorremmo sottolinearne un aspetto che non viene mai messo in luce nel dibattito politico sulla transizione energetica e che è invece particolarmente significativo in questo momento storico, ovvero che passare alle rinnovabili comporta un notevole risparmio energetico anche senza fare altro (e invece altro deve essere fatto eccome, dall’efficientamento energetico degli edifici all’adozione di un diverso modello di sviluppo, ma in questo articolo voglio concentrarmi su questo singolo tema).
Per gli esperti del mestiere è un’ovvietà, ma sono certa che i non addetti ai lavori scopriranno qualcosa che non conoscevano.
Le vedete le due grosse frecce rosse in uscita, verso il basso e a destra?
Sono le perdite: quella verso il basso (24 Mtep) le perdite delle centrali termoelettriche, che infatti hanno un’efficienza intorno al 45%, e quella a destra (ancora di più, 30 Mtep) le perdite dei motori endotermici che usiamo nei trasporti, che sono una catastrofe energetica e raramente raggiungono un’efficienza superiore al 25%.
Sommate danno 54 Mtep, pari al 30% dei consumi di energia primaria.
30%! Stiamo dicendo che 1/3 dei combustibili fossili che bruciamo non solo produce un sacco di CO2, ma la produce inutilmente, nel senso che va sprecata!
In realtà l’energia sprecata è molta di più, perché qui non si tiene conto degli sprechi energetici del riscaldamento domestico, dovuti alla mancata coibentazione degli edifici (non a caso lo Stato aveva deciso di buttarci sopra un bel po’ di soldi, il famoso 110%, ma anche quello è un capitolo a parte) e delle perdite dell’industria.
Questa sì che sarebbe una vera strategia Zero Waste: smettere di produrre energia per buttarla via appena l’abbiamo prodotta.
Come possiamo ridurre queste perdite? (abbiamo detto ridurre, non azzerare, lo sappiamo che azzerarle non è possibile, si sono scomodati due giganti della fisica come Kelvin e Planck per convincercene).
E’ incredibilmente semplice: smettendo di bruciare combustibili fossili. Le elimineremmo se usassimo, al posto delle fonti fossili, le fonti rinnovabili.
Lo dico soprattutto a quelli che contestano l’installazione di nuovi parchi eolici e fotovoltaici, che sono poi gli stessi che contestano l’elettrificazione dei trasporti, e rispondono sempre che la strada da battere non è quella di costruire nuovi impianti da rinnovabili, ma di ridurre i consumi: ecco, il modo migliore per ridurre i consumi sarebbe proprio quello di passare il più rapidamente possibile a fonti rinnovabili, sia per la produzione di energia elettrica che per i trasporti: solo facendo questo passaggio smetteremmo di buttare via 54 Mtep di energia primaria all’anno, circa il 30% dei nostri consumi energetici.
Passando a fonti rinnovabili ovviamente smetteremmo anche di immettere CO2 in atmosfera, che è la cosa fondamentale.
Quanti combustibili fossili consumiamo in Italia per produrre energia elettrica? Si vede dal grafico: 32,7 Mtep. E di questi quanti finiscono sprecati? I 24 di cui parlavo sopra. Quindi, in realtà, se passassimo alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili eliminando le centrali termoelettriche, non dovremmo prevedere di produrre l’equivalente di 32,7 Mtep ma solo 16,2 Mtep, ovvero quei 188 TWh che tali centrali producono.
Se non è risparmio energetico e riduzione dei consumi questo!
Non vi sembra ganzo?
Voi potrete osservare che anche i pannelli e le pale hanno un’efficienza ridotta, e non “restituiscono” tutta l’energia che usano. Però c’è un’enorme differenza: l’energia rinnovabile è già disponibile, non bruciamo nulla per averla, il sole irraggia sia che usiamo sia che non usiamo l’energia che emette, il vento fa il suo giro con o senza di noi. L’input energetico di un impianto a rinnovabili non viene da un processo chimico-fisico che ha un impatto, no, è lì, a disposizione (un impatto ce l’ha ovviamente, ma è un processo naturale che avviene a prescindere dal fatto che noi lo utilizziamo o no). Ovviamente la storia non finisce qui: per produrre le pale e i pannelli, installarli, metterli a regime, ci sono dei consumi energetici, ma, come dicono tutte le valutazioni di LCA dei processi di produzione di energia, l’LCA delle rinnovabili è quello infinitamente più basso.
Quando si costruisce un impianto a fonti rinnovabili non dovremmo pensare che stiamo costruendo un NUOVO impianto, ma che stiamo sostituendo una terrificante centrale a carbone, che causa con le sue emissioni (non quelle di CO2, ma tutte le altre) migliaia di morti l’anno, o una più moderna centrale a gas, che comunque emette molta CO2 in atmosfera ed è responsabile di inquinamento. Basta un singolo impianto eolico a sostituire una centrale? No, ce ne vogliono molti. La produzione di energia da combustibili fossili è intensiva, si riesce a produrre tanta energia in un solo luogo, la produzione da fonti rinnovabili è distribuita, ci vuole spazio.
Produrre energia elettrica da fonti rinnovabili ed elettrificare i trasporti, oltre ad essere il passaggio chiave per azzerare le emissioni di CO2, eviterebbe le morti e la devastazione ecologica che determina ogni centrale termoelettrica ed ogni automobile con motore endotermico circolante sul nostro territorio. Parliamo di decine di migliaia di morti l’anno.
Se poi rendessimo energeticamente efficienti gli edifici dove viviamo e lavoriamo, ridurremo ulteriormente le perdite e di conseguenza i consumi.
Se poi modificassimo di poco il nostro stile di vita, accettando di abbassare i termostati delle nostre case di un paio di gradi, la riduzione sarebbe ancora più significativa.
Se poi …
Non è più tempo di fare un passo alla volta, bisogna farli tutti insieme, a partire dal primo, ed essenziale: il passaggio alle fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica e per i trasporti che da solo riduce di 1/3 i consumi energetici della nazione.
Ringraziamo Sergio Ferraris per averci fornito il graffio che, ricordiamo, è tratto da QualEnergia.it.

Luglio 2022

Autrice:

Prof. Gaia Pedrolli – Docente di Fisica, Segretaria di Ecolobby ed Attivista di XR, si occupa di ecologismo da anni.